COSA FARE A MONTESPERTOLI

UN TERRITORIO DA VIVERE
E SCOPRIRE A PASSO D'UOMO

La valle del rio Chiocciolino

La valle del rio Chiocciolino
L’itinerario

L’itinerario parte dal piccolo cimitero di Montalbino, un borgo rurale che nel corso del tardo Medioevo ha avuto una storia popolata di personaggi e artisti di primo piano nel panorama Toscano e anche oltre. Oggi, la sua posizione periferica, la silenziosa campagna che lo circonda, la viabilità secondaria che lo interessa, non farebbero pensare a questo borgo inserito nella vita pulsante quattrocentesca del dominio fiorentino. La locale chiesa di San Giusto infatti conservava fino a non molti anni fa un trittico (oggi esposto al Museo di Arte Sacra di Montespertoli) realizzato da Cenni di Francesco di Ser Cenni nel 1400 per il committente Bicci d’Andrea. Un altro personaggio di ‘spessore’ era nato e viveva in questo angolo della campagna fiorentina nel 1348, in pieno Medioevo: si tratta del notaio “ser Nuccio” di Mazza.
Dal piccolo cimitero si parte sfiorando la collinetta dove è ubicato il borgo di Montalbino con la sua chiesa di San Giusto e scendendo fino al ristorante la Lombricaia dove si lascia la strada per transitare di fronte la ristorante andando a prendere la viabilità campestre che ci conduce nel bosco poco distante dove entriamo in un piccolo fosso asciutto e scendiamo per circa una cinquantina di metri fino ad incrociare uno stradello campestre che seguiamo a destra. Una breve salita ci intro-duce in un’alberata di roverelle e lecci. La si aggira passando sotto a delle ripide pareti di sabbie e argille per poi incrociare un primo cartello di un percorso escursionistico preparato dal vicino agriturismo “Montalbino” con l’annesso ristorante “La Lombricaia”. Superata una piccola area attrezzata e continuando a scendere si entra nel bosco guadando il rio Chiocciolino che in questo punto è un piccolo rivolo ma che ha scavato profondamente il suo letto a causa della presenza di sabbie e argille, facilmente erodibili. Poco dopo la nostra traccia esce dal bosco e la vista si allarga sulla collina (in alto a destra) dove è situata la ex-chiesa di San Giorgio a Montalbino oggi agriturismo “Le Fonti a San Giorgio” dal vivace colore e nostra prossima méta. Puntando al bordo opposto del campo aperto raggiungiamo nuovamente il rio Chiocciolino che superiamo portandoci sulla riva orografica destra dove seguiamo il corso della corrente percorrendo un tratto in piano fino ad arrivare un piccolo tributario che ci sbarra la strada: pieghiamo a sinistra entrando nella vegetazione che nasconde il piccolo fosso e lo seguiamo per arrivare subito alla confluenza con il rio Chiocciolino dove svoltiamo a destra cominciando a seguirne la corrente. Si prosegue per un pezzo dentro l’alveo saltando da una sponda all’altra fino ad uscirne a destra risalendo un altro fossetto tributario del Chiocciolino. La zona è battura regolarmente da un esemplare di Lupo (ma potrebbe trattarsi di un Ibrido) immortalata più volte dalla foto trappola presente.
Si comincia quindi a salire lasciando il fondovalle e usufruendo della viabilità interpoderale che ci porta nel bosco lasciando i coltivi di fondovalle e facendoci transitare a fianco di un vigneto e poi di in un’oliveta fino a giungere alla strada bianca che anticipa l’agriturismo Fonti a San Giorgio. L’agriturismo è ricavato in parte nell’immobile che per diversi secoli (dal Duecento agli anni ’60 del Novecento) ha assunto le funzioni di una chiesa (San Giorgio a Montalbino) suffraganea della pieve di San Pietro in Mercato, attorno alla quale si riuniva il piccolo popolo sparso costituito dalle famiglie mezzadrili che lavoravano i poderi circostanti. L’etimo Fonti si contrappone all’accentuata aridità che la zona mostra, complice la presenza di una litologia fatta quasi esclusivamente di sabbie ed argille che ha sempre limitato fortemente l’affioramento di acque sorgive.
Ci allontaniamo da Fonti a San Giorgio usufruendo della strada bianca che sale ad un pianoro dove la vista si allarga alla nostra sinistra, in direzione O-NO, sull’Appennino pistoiese, l’Abetone, la Alpi Apuane e, in primo piano, la valle della Pesciola di Aliano. Poco dopo compare il piccolo campanile della vicina chiesa abbandonata di San Lorenzo a Montalbino, una delle tre che fin dal Medioevo, punteggiavano questo tratto di campagna di Montespertoli. Quando siamo di fronte all’ingresso di una villa (posto alla nostra sinistra), saliamo tramite viottola campestre sulla collinetta di fronte, detta il Paretaio. Da qui un’ottima visuale permette di riconoscere in primo piano la valle del rio Chiocciolino appena percorsa, mentre alla nostra destra, sulla collina, si vede il piccolo campanile della chiesa di Tresanti, uno dei 40 popoli che nel Medioevo dipendevano dalla pieve di San Piero in Mercato. Verso sinistra si notano come le dimore coloniche (oggi restaurate) condividano tutte la stessa collocazione, cioè sul crinale della collina che separa il rio Chiocciolino da quella del rio Pesciolino; questo perché il crinale, in quanto tale segnala una litologia più resistente all’erosione rispetto al fondovalle e questo aspetto era stato ben compreso dagli uomini dei secoli passati per esperienza selettiva. Dietro si staglia il crinale che separa la Valdelsa dalla Valdera, un vero e proprio “Appennino sommerso” in quanto dorsale in emersione al tempo in cui l’Appennino (quello vero) emergeva, che però è rimasta ‘a metà’ tanto che oggi la sua altitudine massima è poco superiore ai 600 metri. Verso sinistra si riconosce il noto skyline di San Gimignano con dietro, lontani, i due gibbi più alti dell’intere Colline Metallifere: il Poggio di Montieri e le Cornate di Gerfalco. Ancora più a sinistra il crinale della Montagnola senese chiude l’ottimo panorama. Prima di tornare alla strada bianca è d’uopo una piccola annotazione etimologica sul microtoponimo Paretaio: si tratta di una località usata nei secoli passati per la caccia all’uccellagione mediante fili tesi fra gli alberi che avevano il compito di spezzare le ali agli uccelli che alla sera vi atterravano per il riposo notturno.
Si torna alla strada bianca proseguendo nella direzione che avevamo e che conduce dopo un chilometro circa a transitare in un punto dal quale la vista si apre verso Ovest. Poco dopo all’incrocio con la strada asfaltata si svolta a destra seguendola potendo così notare un altro colpo d’occhio suggestivo: questa volta sulla vicina villa-fattoria di Aliano con il sottostante nucleo rurale di Manzano e la chiesa medievale. Si giunge così al punto di partenza non prima di aver transitato di fronte alla restaurata cappella di Mensoli di origini cinquecentesche, ormai da anni diventata abitazione civile.

Pino di Montalbino “L’albero rovesciato”

Ha qualcosa di speciale questo grande Pino che si biforca quasi dalla base. Appare come un essere umano a testa in giù, con le gambe per aria!
E fa pensare ad un’immagine simbolica presente in tante culture:
L’albero rovesciato.

L’uomo è come l’albero del campo,
recita un versetto di Devarim/Deuteronomio. Mentre però l’albero trae nutrimento dal basso, l’uomo lo trae dall’alto.

L’uomo è una pianta celeste,
è come un albero rovesciato,
le cui radici protendono verso il cielo
e i rami verso la terra.

Platone

l’uomo è come un albero capovolto,
ciò che in questo sono radice, tronco e fronde,
n quello è il capo e il resto del corpo con braccia e piedi.

Andrea Alciati umanista del XVI sec

‘Colui che conosce nel giusto modo l’albero
con le radici in alto e i rami in basso,
non crederà affatto che la morte possa ucciderla’.

Kāṭha Upaniṣad

L’albero rovesciato indica il principio cosmico del quale l’uomo vede solo la parte manifesta, laddove la parte nutritiva, essenziale, sta invece nascosta e invisibile. Dai rami protesi verso il basso scendono fra gli uomini i raggi del divino, i raggi della conoscenza.

Gallery

Informazioni

SENSO DEL PERCORSO
Il percorso permette la conoscenza della parte meridionale del territorio di Montespertoli caratterizzata da una estrema diversità morfo-litologica rispetto alla parte centro-settentrionale. Mentre in questa predominano litologie compatte e tenaci, che sopportano pendenze anche elevate, in quella meridionale dominano le argille e le sabbie che conferiscono forme sinuose a arrotondate al territorio; se a Nord del Capoluogo comunale il ciottolo rotondeggiante di alberese è ovunque presente, a Sud invece sono le conchiglie del Pliocene a farla da padrone. Ad una naturalità concessa dall’uomo tipica della prima parte del percorso, che si sviluppa nella valle del piccolo corso d’acqua (e in parte dentro il suo alveo), si contrappone una seconda parte che transita sul lungo crinale che divide il rio Chiocciolino dalla Pesciola di Aliano dove l’uomo ha edificato fin dai secoli medievali chiese, dimore signorili e coloniche ancora oggi presenti ma con diverse destinazioni d’uso.
DOVE
Sud del territorio comunale, lungo il confine con quello di Certaldo, fra il borgo di Montalbino e la ex-chiesa di San Giorgio a Montalbino.
TEMPO DI PERCORRENZA
3h 10’
LUNGHEZZA DEL PERCORSO
km 7,1
DISLIVELLO
↑ in salita 312 m
↓ in discesa 312 m
GRADO DI DIFFICOLTÀ
facile
TIPOLOGIA DELLA PASSEGGIATA
Paesaggistica; percorso ad anello
RIFORNIMENTI DI ACQUA LUNGO IL PERCORSO
Si, presso alcune abitazioni che si incontrano
ALCUNI CONSIGLI PRATICI
Il momento dell’anno più indicato per percorrere questo itinerario è il periodo primaverile e autunnale; se effettuato d’estate si raccomanda o la prima parte della mattina oppure la seconda parte del pomeriggio.

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