Pieve di Santa Maria a Coeli Aula

Pieve di Santa Maria a Coeli Aula

Uno dei più antichi complessi religiosi di Montespertoli

Situata sul crinale delle colline che separano le valli del Virginio e dell’Orme, la Pieve di Coeli Aula ha origini antichissime, essendo già citata in documenti del IX e del X secolo che trattano dell’alienazione di poderi posti nel suo territorio: nel marzo dell’893, Sichelmo, figlio di Martino, donò terre del piviere di Ciliziavola all’Oratorio di Santa Maria a Monte e nel 926 Rimbaldo, Vescovo di Firenze, ne affittò altre.

Intorno al 1000, vi ebbero possessi nel piviere anche i conti Cadolingi e la Badia Fiorentina. Forse dotata da qualcuno di questi enti, la pieve, evidentemente già di dimensioni adeguate, si arricchì di un battistero, costruitole davanti nel 1093.Durante il XII secolo i rapporti con l’episcopato furono più stretti. Al vescovo spettava “Homagium, vassallaggium atque dominium super fideles, vassallos et personas deCeli-Aula cum eorum territoriis” e il pievano ricopriva importanti incarichi nella Chiesa fiorentina, come Bernardo, procuratore vescovile il 2 marzo 1148.

La pieve di Cilicciaola era ancora censuaria della mensa vescovile, quando, nell’estate del 1260, il suo rettore Aldobrandino Benvenuti promise 15 staia di frumento all’esercito fiorentino: Le entrate erano assicurate dalle otto suffraganee di cui era dotata, cioè dalla canonica di San Bartolomeo a Martignana (1276) e dalle chiese di Sant’Andrea a Botinaccio (1260), Santa Maria alla Leccia (1260), San Donato a Livizzano(1260), San Michele a Morzana (1260), San Michele a Quarantola (1260), San Michele a Spezzano (1296) e San Miniato a Urbana (1260).
Verso la fine del XIII secolo la capacità economica di Santa Maria era limitata, visto che tra il 1276 e il 1303 pagò soltanto 10 lire annue di decima e il 27 Aprile 1301, “proipsius plebis negotius expendendis pro utilitate ipse ipsius plebis” , fu richiesto un mutuo al vescovo dal canonico Rodolfo economo del capitolo. A causa delle poche entrate, il numero dei sacerdoti diminuì, tanto che nel 1396 il pievano Filippo Cavalcanti lamentava che “sua plebes S.Marie de Celiaula ad presens patitur defectusclericorum perpetuorum”.

La chiesa subì probabilmente poche modifiche in epoca moderna (nel 1657 si rammentava soltanto l’oratorio “S.Ioannis prope Ecclesiam Plebanam (…) in quo est fons Baptismalis dictae Plebaniae”, cioè l’antico battistero, descritto anche dal Baldinucci qualche anno dopo), finché non se ne decise la totale ricostruzione. Nel 1708 la Compagnia di Santa Croce aveva un proprio altare nella Pieve e nel 1796 esisteva già il campanile.

Forse durante il patronato del popolo fu smantellato il battistero e le tarsie marmoree, con cui era decorato il fonte, furono trasferite in chiesa e variamente utilizzate. Nel 1888 l’ingegnere comunale propose la ricostruzione del monumento, bocciata due anni dopo, quando l’ispettore Carocci fece esporre tutte le formelle e restaurare un affresco quattrocentesco, appena scoperto e liberato dalle superfetazioni.
Abbandonato negli anni ’60, il complesso è stato affidato agli Scouts di Empoli (Associazione Eirene)

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Contatti
Pieve di Santa Maria a Coeli Aula
Via Coeliaula
50025 Montespertoli FI
+39 0571 921504
Orari

Visitabile su prenotazione

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