COSA FARE A MONTESPERTOLI

UN TERRITORIO DA VIVERE
E SCOPRIRE A PASSO D'UOMO

Acqua e paesaggi della memoria a Montespertoli-4

Itinerario 7. La collina del Pino
L’itinerario

Si parte dalla chiesa di San Michele a Polvereto che conserva dietro l’altare maggiore un dipinto attribuito a Rodolfo del Ghirlandaio, eseguito probabilmente su commissione
della famiglia fiorentina Girolami o della Religione di Santo Stefano. Per la visita chiedere alla famiglia che abita nella canonica, a fianco della chiesa.
Da chiesa si segue la strada asfaltata in direzione di Tavarnelle Val di Pesa e subito dopo, dove si stacca a sinistra via Valle a Polvereto, si sale nel campo di olivi sovrastante detta via seguendo il bordo del campo stesso che risulta parallelo alla strada. Si continua in direzione del bosco che raggiungiamo velocemente continuando a camminare sempre sul limite fra il campo di olivi e la vegetazione. Dopo aver superato un angolo di un vigneto ed essere rientrati in una nuova oliveta, si punta all’evidente traliccio dell’alta tensione posto davanti a noi. Una volta arrivati sotto al traliccio si svolta seccamente a destra e, proseguendo in leggera salita, si punta dritti verso il visibile palo di cemento della linea elettrica, raggiuto il quale si piega a destra e si prosegue verso gli altri pali visibili poco distanti. Si transita vicino ad una rimessa per mezzi agricoli per arrivare alla grande dimora rurale Paglieri che ci lasciamo alla nostra sinistra camminando a fianco del muro a sassi per poi giungere sulla strada bianca di accesso. E’ consigliabile fermarsi e, voltandosi, osservare per qualche minuto e con la necessaria calma questa articolata dimora storica: si noti il bel corridoio lastricato a sassi preceduto da un grande arco, un tempo spazio lavorativo della famiglia colonica, e le finestre impreziosite da rifiniture in pietra serena di chiara volontà ostentatoria, risalenti a quando la costruzione era adibita ad usi padronali e di soggiorno rurale. L’articolata composizione e la posizione cacuminale ne fanno uno dei casi più apprezzabili di dimore coloniche presenti su queste colline che lo stesso segretario comunale Marello Nardi Dei, negli anni ’70 dell’Ottocento, all’interno del suo libro su Montespertoli non mancava di notare.
Si prosegue lungo la stradello di accesso e una volta giunti alla strada asfaltata la si attraversa continuando sulla campestre che in leggera salita porta in cima alla collina contraddistinta da un ciuffo di cipressi collocati a raggera (30’). Siamo in un luogo estremamente suggestivo e che nel passato doveva avere una connotazione particolare (area cimiteriale?) come sembrerebbero dimostrare alcuni dettagli quali un muretto a sassi di forma circolare che emerge appena dal terreno e lungo il quale sono disposti gli stessi cipressi. Da notare che poco distante, visibile ad occhio nudo, se ne trova un altro di luoghi simili, cacuminali, presso una dimora signorile (in questo caso la villa-fattoria del Corno), di cui si nota il ciuffo di cipressi, anche in quel caso presenti e piantati a raggera. Oggi la suggestione è generata in buona parte dallo straordinario panorama che, nelle giornate limpide, si gode da questa collinetta alta appena 368 metri slm: verso NO si può vedere chiaramente l’intero profilo dell’Appennino pistoiese con, di fronte e più in basso, la lunga silhouette del Montalbano; a sinistra si vede il profilo seghettato delle Alpi Apuane seguito da quello rotondeggiante del monte Serra, riconoscibile dalla selva di antenne presenti sulla sommità. All’estrema sinistra di quest’ultimo rilievo, si riconosce il piccolo cucuzzolo della Verruca, che incombe su Pisa. A destra (cioè verso E-NE) l’Appennino pistoiese trascolora in quello pratese e poi nella Calvana con l’incisone profonda della Valdibisenzio di cui si intravede l’inizio. Scorrendo con lo sguardo ancora verso NE e poi verso E, si nota lontano la coppia monte Falterona-monte Falco e la lunga groppa del Pratomagno. Davanti a questo, più vicino a noi cioè, il crinale del Chianti fiorentino che si alza fino alla croce del monte San Michele. Verso S invece lo sguardo è bloccato dal suggestivo scorcio del castello di Santa Maria Novella che le torri che spuntano dal bosco.
Si continua nella direzione opposta a quella di provenienza inoltrandoci lungo un primo tratto pianeggiante fra vigneti che ne anticipa un secondo dove il nostro itinerario passa fra un nuovo vigneto (a destra) e un oliveto (a sinistra), scendendo. Alla fine dell’uliveto si piega a sinistra di 90° e si punta verso la grande quercia per poi risalire mediante uno stradello ciottoloso che conduce alla strada comunale (45’). Qui svoltiamo a destra e la seguiamo mentre aggira la bella villa dei Canonici fino ad arrivare dalla parte opposta, dove si trova la facciata di detta villa signorile. Si continua sempre sulla strada comunale asfaltata e pochi metri dopo si prende a sinistra via di Sant’Antonio, sterrata e in leggera salita. Una volta arrivati in cima alla salita merita voltarsi indietro ed osservare il bel colpo d’occhio sul castello di Santa Maria Novella che sbuca dal boschetto che lo circonda. La seconda costruzione che troviamo sulla nostra destra è la cappella che dà il nome alla via e che contiene un dipinto della stessa scuola di quello presente nella chiesa di San Michele a Polvereto. Oltrepassiamo la cappella e, in leggera discesa, arriviamo velocemente nella piazzetta asfaltata della borgata del Pino (1h).
Qui merita fermarsi per dare un’occhiata ad un autentico gioiello storico-architettonico (privato) assolutamente invisibile dallo spiazzo pubblico dove siamo, seppur vicinissimo. Sono necessarie però alcune parole prima di accingersi alla visita. Il complesso è (ovviamente) privato ed abitato ed essendo costituito da un cortile interno la nostra visita ci porta quasi ad entrare in casa dei proprietari e questo deve obbligarci ad avere il massimo rispetto per chi ci permette questa visita, che deve comunque svolgersi con una certa celerità e nel pieno rispetto di una buona educazione. Schiamazzi, urla e eccessiva curiosità che porti a muoverci oltre il cortile centrale sono da evitare. Dunque, di fronte a noi, nel lungo frontone murario parte intonacato e parte con pietre a faccia vista, si individuerà un piccolo sottopasso ad arco; si entri (chiedere sempre l’autorizzazione se vi sono persone affacciate alle finestre o di fronte al sottopasso) e mentre si percorre il breve e stretto corridoio, si noti affisso alla parete il cabrèo che rappresenta il Pino nel 1777, quando era una fattoria dei Cavalieri di Santo Stefano, ordine nobiliare cavalleresco creato da Cosimo I de’ Medici (notare nel cabrèo la fornace appena visitata). Attraverso lo stretto sottopassaggio si accede al cortile con bel pozzo e ampio loggiato al primo piano in parte tamponato. Si esce dalla parte opposta per osservare la rampa lastricata a sassi – anticamente dava accesso al borgo – e svoltare a destra compiendo il giro dell’immobile e tornando nella piazzetta.
Terminata la visita di quella che è stata per circa due secoli una fattoria dell’Ordine nobiliare di Santo Stefano di Pisa, si scende alla strada sottostante usufruendo della rampa di accesso usata dalle auto e una volta sulla strada si svolta a destra e la si percorre lasciandoci alle spalle la piccola comunità mentre il panorama si allarga alla nostra sinistra fino a spingersi al Pratomagno (sullo sfondo) e, più vicino a noi, la linea dei monti del Chianti. In breve si giunge al piccolo cimitero del Pino, posto sull’incrocio con la via comunale che conduce a Tavarnelle (1h 30’). Dal lato opposto di questa strada, rispetto alla nostra direzione di arrivo, sulla banchina e alla base di un cartello stradale, si noti un vecchio cippo confinario in pietra, infisso nel terreno, che segna il confine comunale fra il territorio comunale di Montespertoli e Barberino-Tavarnelle. Siamo in un punto favorevole ad ampie vedute questa volta in direzione SO: in prima fila il piccolo crinale con i tre poggi di Marcialla (a sinistra), il castello di Santa Maria Novella (di fronte) e Lucardo (a destra); in secondo piano, formante l’orizzonte, il profilo del Poggio del Comune con appena sotto le torri di San Gimignano.
Si prosegue lungo la strada asfaltata in direzione della chiesa di San Michele, si supera l’incrocio con via di Sant’Antonio e si continua fiancheggiando nuovamente la villa dei Canonici con ottimo colpo d’occhio verso N che inquadra una vista tipica della Toscana centrale, ovvero quella dei mille crinali che si inseguono. In questo caso abbiamo vicini il podere Paglieri (a sinistra, in alto) ed il castello di Cellole dalla grossa e tozza mole, posto sul margine ripido della collina; sul crinale successivo si nota Santa Cristina in Salivolpe e, a sinistra, Il Corno; sul crinale successivo, più lontano, San Casciano con l’edificio detto “Torre del Chianti” (ex-deposito dell’acqua) e a destra la villa Corsini, bianca e con le due tue torri gemelle; dietro ancora il monte Morello e a destra la fila di colline che separa la conca fiorentina dal Mugello e cui fa da sfondo il crinale appenninico. Si risale brevemente sempre seguendo la strada e si oltrepassa la deviazione per il podere Paglieri cominciando a scendere con la vicina chiesa di San Michele a Polvereto bene in vista. Un nuovo, vasto panorama si apre davanti agli occhi, questa volta verso O e NO: di fronte l’Appennino pistoiese con il complesso dell’Abetone e subito sotto a questo la lunga e alta collina boscosa del Montalbano, scorrendo a destra si vede il crinale dell’Acquerino pistoiese e poi pratese con la Calvana seminascosta ed il monte Morello (sotto quest’ultimo rilievo le colline della Roveta e la villa del Corno e San Pancrazio più vicini). Dietro l’edificio della chiesa si apre la parte finale della valle del torrente Virginio (che un’illusione ottica fa apparire sbarrata dal Montalbano) con il castello di Poppiano ed il campanile di Lucignano sul fianco destro. A sinistra, lontane, le Alpi Apuane con sotto, molto vicino, la collina di Monte e, a destra di questa, il ‘ciuffo’ del bosco di Montecastello; ancora più a sinistra infine il monte Serra.
Si compie l’ultimo tratto del percorso scendendo alla chiesa di San Michele (2h).

Gallery

Informazioni

DOVE
zona SE del territorio comunale; presso la chiesa di San Michele a Polvereto ed il borgo rurale del Pino (9,5 km a SE di Montespertoli)
TEMPO DI PERCORRENZA
1h 45′
TEMPO DI PERCORRENZA CON LE SOSTE
2h
LUNGHEZZA DEL PERCORSO
km 3,8
GRADO DI DIFFICOLTÀ
facile
TIPOLOGIA DELLA PASSEGGIATA
interesse storico-architettonico, artistico e paesaggistico
TIPOLOGIA DI PERCORSO
ad anello
RIFORNIMENTI DI ACQUA LUNGO IL PERCORSO
sì, presso alcune abitazioni che si incontrano
ALCUNI CONSIGLI PRATICI
si sconsiglia di percorrere questo itinerario nella parte centrale della giornata estiva perché è in buona parte esposto al sole. Più consigliabile o la mattina presto oppure anche il tardo pomeriggio. Per il periodo autunnale-invernale e primaverile va bene qualsiasi momento della giornata.

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